Archivio

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Premessa

Un archivio, naturalmente, non consiste della semplice somma dei documenti che lo costituiscono, ma è, o deve divenire, un complesso organico i cui elementi caratterizzanti sono le molteplici relazioni fra i documenti e tra i soggetti che lo hanno composto. Essenziale, per un riordino, è evidenziare queste relazioni, che sono la struttura stessa dell’archivio, ossia le sue articolazioni e la sua organizzazione e riflettono la vita dell’ente.

  1. Stato dell’archivio

L’archivio storico del Comune di Mombello di Torino (in provincia di Torino), oggetto del presente riordino, contiene le proprie carte e quelle prodotte dagli enti che ad esso si sono aggregati. I documenti costituenti l’archivio datano dal 1558 fino al 1980 (per quanto riguarda l’archivio comunale), o fino alle date di estinzione dei diversi fondi aggregati.

Nel dettaglio, l’archivio risulta costituito da

  • Archivio storico comunale: 224 fascicoli;
  • Archivio della Congregazione di Carità: 16 fascicoli;
  • Archivio dell’Ente Comunale di Assistenza (ECA): 8 fascicoli;
  • Archivio dell’Ufficio del Giudice di Conciliazione, poi Giudice di Pace: 15 fascicoli;
  • Archivio della Società di Mutua Assicurazione contro i danni degli incendi “La Mombellese”: 19 fascicoli;
  • Archivio dell’Asilo infantile Maria Teresa Renaldi: 25 fascicoli;
  • Archivi dei Consorzi sanitari (3 archivi: Archivio del consorzio sanitario; Archivio del consorzio medico di Andezeno, Arignano, Mombello; Archivio del consorzio ostetrico):1 fascicolo caduno.

Il complesso documentario è ora riordinato e conservato in un locale appositamente predisposto con armadi in metallo, dedicato esclusivamente a contenere l’archivio, al primo piano dell’edificio comunale.

2. Stato di ritrovamento

Precedentemente all’intervento di schedatura e riordino, le carte si trovavano in una condizione di disordine in tre locali diversi del Comune, spesso frammiste a documenti dell’archivio di deposito: in parte al primo piano della sede municipale, in un locale già destinato all’archivio; in parte nell’anticamera di questo ambiente, collocate in armadio di metallo; in parte al piano terreno nella sala consiliare, in armadi di legno. Le deliberazioni datate dal 1947 erano conservate al piano terreno dello stesso edificio, nell’ufficio del sindaco, in buone condizioni.

Le carte più antiche si trovavano precedentemente nella cantina dell’edificio, un tempo Castello del paese, e sono state prelevate in anni recenti per essere sistemate nelle armadiature dei due locali al primo piano dello stesso.

Il materiale storico era molto impolverato, ma nel complesso in buone condizioni di conservazione, tranne alcune carte sciolte e pochi volumi danneggiatisi a causa dell’umidità assorbita negli anni di permanenza nella cantina del municipio. I danni sono stati segnalati nell’inventario al fine di consentire un eventuale restauro.

Altro caso di cattiva conservazione è stato riscontrato in alcuni faldoni originali, in cui era collocata parte della contabilità novecentesca, che sono stati quindi sostituiti; laddove i raccoglitori originali erano in buono stato di conservazione, si è proceduto al loro mantenimento.

Erano presenti moltissime carte sciolte, per lo più antiche, e molti fascicoli, la maggior parte dei quali novecenteschi, legati con spaghi o tenuti insieme da elastici, supporti che ovviamente sono stati eliminati.

Le tipologie documentarie sono state facilmente identificate anche grazie all’indicazione del contenuto che nelle carte più antiche era presente solo occasionalmente, ma era sistematicamente e correttamente riportato in quelle del XX secolo.

L’archivio pareva essere stato oggetto di un riordino precedente, presumibilmente ottocentesco, ma ne rimangono talmente poche tracce (rare indicazioni su una decina di camicie) da non permettere un tentativo di ricostruzione. Le camicie antiche con segnature sono state comunque conservate nei fascicoli pertinenti.

Non sono stati rivenuti elenchi o inventari.

Recentemente, il professor Giorgio Parena, figlio dell’ex sindaco, aveva suddiviso una piccola parte della documentazione più antica in gruppi omogenei creati non secondo gli standard archivistici (seppur con buon senso), motivo per cui questi insiemi sono stati smistati opportunamente.

3. Metodologie di intervento e procedure

Prima di procedere con la schedatura e il relativo riordino informatizzato delle carte dell’archivio, occorre tenere presente le relazioni che sono intercorse anche nel passato tra i documenti al fine di ricostruire l’archivio per come si era formato: si tratta di una regola basilare in archivistica. Tutto questo non sempre è evidente. In più occorre tener conto dei successivi rimaneggiamenti eventuali, di traslochi, trasferimenti di competenze, passaggi ad altri enti, come nel caso di Mombello durante l’aggregazione fascista al vicino comune di Arignano (TO).

4. Ricognizione delle carte

La situazione di disordine, già descritta, ha imposto di procedere per fasi di lavoro successive le une alle altre.

La prima ha riguardato la separazione tra i documenti successivi al 1980 e quindi escluse dal riordino dell’archivio storico.

La seconda è consistita in una partizione del materiale documentario nei diversi fondi presenti: quello comunale e i fondi aggregati, vale a dire gli archivi confluiti presso l’archivio di concentrazione del Comune di Mombello, ma appartenenti ad altri enti produttori collegati al Comune stesso.

Successivamente i documenti dell’archivio comunale sono stati suddivisi secondo le serie tipologiche, le carte antiche, la serie delle pratiche amministrative e carteggio (che si organizzano al loro interno secondo le XV Categorie della Circolare Astengo del 1897 relativa al riordino degli archivi comunali).

Le operazioni di riordino hanno comportato una completa movimentazione del materiale documentario. Spesso, sono state individuate pratiche originarie e ricomposte ove necessario.

5. Schedatura

A questo punto, è iniziata la fase di schedatura delle unità archivistiche, cioè le singole carte, i fascicoli, i volumi, i registri, che risultano essere all’ultimo livello dell’albero gerarchico.

 La schedatura è stata effettuata sul database Excel per poter avere una banca dati facilmente riversabile sia su Mèmora (il nuovo software per i patrimoni culturali di Regione Piemonte) sia sulla personalizzazione dell’open source CollectiveAccess che sarà il software del progetto “Rete degli archivi della collina torinese e del Chierese” di cui Mombello è parte con altri otto comuni e con Chieri capofila.

I dati della schedatura, opportunamente elaborati, hanno permesso la redazione del presente inventario definivo.

6. Struttura gerarchica dei fondi e delle serie

Al termine della schedatura delle unità archivistiche, si è proceduto al riordino logico: per ogni fondo e per ogni serie e, ove presenti, sottoserie si sono collocate correttamente le unità in ogni livello, dando l’ordine cronologico e poi la numerazione definitiva. Ogni fondo ha una propria sigla/segnatura identificativa. Archivio Storico del Comune di Mombello, per esempio, sarà AS seguito dal numero dell’unità, per esempio 3. Questa classificazione consente il reperimento rapido dei documenti.

             La struttura di questo archivio è composta da dodici fondi: Archivio storico del Comune di Mombello di Torino (1558-1980), Archivio della Congregazione di Carità di Mombello di Torino (1860-1922), Archivio dell’Ente Comunale di Assistenza di Mombello di Torino (1947-1979), Archivio dell’Ufficio del Giudice di Conciliazione poi Giudice di Pace di Mombello di Torino (1865-1999), Archivio della Società di Mutua Assicurazione contro i danni degli incendi “La Mombellese” di Mombello di Torino (1917-1955), Archivio dell’Asilo infantile “Maria Teresa Renaldi” di Mombello di Torino (1908-1972), Archivio dei consorzi di sanità costituito dall’Archivio del Consorzio sanitario di Mombello di Torino (1894-1899), Archivio del Consorzio medico di Andezeno, Arignano, Mombello (1907-1919), Archivio del Consorzio veterinario (1904-1906), Archivio del Consorzio ostetrico (1912; 1926-1927).

L’archivio comunale comprende serie tipologiche dalle origini al 1980 (le più cospicue o per quantità o per complessità degli atti sono state ripartite in sotto serie), vale a dire: ordinati e deliberazioni, protocolli, contabilità, catasto, disegni e mappe, leva e Guardia Nazionale, elezioni, registri scolastici, censimenti e popolazione, stato civile napoleonico, registri parrocchiali; la serie delle carte antiche dal 1558 al 1896 ordinate per materia, per le quali è stato necessario ricostruire ex novo le sotto serie, non essendo stata riscontrata sulle carte una significativa segnatura che desse testimonianza di un riordino e di una schedatura precedenti; la serie delle pratiche amministrative e carteggio suddivise nelle XV Categorie dal 1897 al 1980, senza ulteriore suddivisione nelle classi, poiché l’amministrazione comunale archivia i documenti in fascicoli annuali che comprendono atti e corrispondenza e si è dovuta rispettare questa metodologia pur se non ottimale.

Si segnala che manca la documentazione relativa agli anni 1927-1946 in quanto il comune di Mombello in quel periodo era stato soppresso e aggregato a quello di Arignano.

I documenti degli altri fondi sono stati anch’essi ordinati secondo la formazione dell’ente in serie tipologiche. Per poter procedere in quel senso, si è dovuto operare una attenta analisi della documentazione, al fine di poterla schedare in modo corretto e collocarla nell’albero gerarchico che andava componendosi.

La struttura gerarchica per livelli (in un caso: fondo, serie, sottoserie e unità archivistica; in un altro: fondo, serie, categoria e unità archivistica) rappresenta il risultato finale del lavoro di riordino e inventariazione archivistici.

Ogni unità schedata riportava un numero provvisorio che è divenuto definitivo al termine del riordino logico, vale a dire quando si è costruita la struttura gerarchica definitiva. La stessa struttura ha guidato il riordino fisico.

7. Condizionamento

I fascicoli sono stati condizionati con cartelline/camicie nuove e sistemati in faldoni.

Ogni unità archivistica è stata etichettata, così come ogni unità di conservazione. Le etichette riportano il numero identificativo dell’unità nel primo caso e i numeri delle unità contenute nel faldone nel secondo.

Ciascuno archivio, come già detto, ha una numerazione indipendente e una propria sigla identificativa.

8. Scarto

L’intervento di riordino dell’archivio ha comportato anche l’operazione di selezione dei documenti a conservazione illimitata e alla redazione di una proposta di scarto delle carte che hanno terminato la loro valenza amministrativa e giuridica e che non hanno rilevanza storica. Sono state mandate al macero direttamente le fotocopie, la modulistica in bianco, vecchie copie di pubblicazioni a stampa, giornali ecc.

9. Conclusioni

La storia del Comune di Mombello di Torino è dunque leggibile attraverso il suo fondo documentario, ora inventariato e ordinato nell’archivio, accessibile a studiosi ed esperti, oltre che a un pubblico interessato alla scoperta di una realtà appartenente al nostro passato ma, sebbene in nuove e attuali forme, ancora quanto mai vitale e preziosa per il suo apporto sociale.

10. Note alla consultazione

I campi della scheda che sono stati utilizzati sono i seguenti:

  • segnatura
  • titolo originale o attribuito (se manca l’originale) e    descrizione del contenuto
  • estremi cronologici
  • consistenza e descrizione estrinseca
  • note (eventuali)
  • stato di conservazione (eventuale)