Storia

Mombello, il cui toponimo “monte bello” è documentato fin dal XII secolo veniva anticamente indicato come Monte della Frasca, come attesta il diploma dell’imperatore Federico I Barbarossa, con cui si sanciva il possesso del luogo al Marchese del Monferrato (1164) è un piccolo comune del Chierese, al confine tra le province di Torino e Asti.

Come Monbel de Lafrascha è sancito tra le proprietà di Guglielmo Marchese del Monferrato per volontà di Federico Barbarossa, con un diploma imperiale del 5 ottobre 1164 conservato in copia presso l’Archivio di Stato di Torino. Nei secoli, vede il susseguirsi di vari domini come quello della Repubblica di Chieri, di cui segue le sorti in occasione delle razzie di Facino Cane nel 1394 alleato di Teodoro del Monferrato durante gli scontri contro i Savoia. Questi ultimi ne assumono definitivamente il controllo, infeudandolo molteplici volte: si susseguono importanti famiglie, tra le quali i Balbo Bertone di Revigliasco, i Graneri della Roche, i Somatis.

 In epoca fascista, Mombello viene unito al comune limitrofo di Arignano, per tornare nuovamente autonomo nel 1947.

L’abitato è costituito da case sparse e un nucleo centrale aggregato attorno a quello che un tempo era il Castello (oggi municipio) e la parrocchiale di San Giovanni Battista, sorta nel 1444 e modificata nel corso dei secoli.

Non sono più presenti le mura imposte dalla Repubblica di Chieri, ma il territorio è oggi delimitato dal rivo di Mombello e dal rivo Grande, che separano il paese da Arignano, Moncucco Torinese e Moriondo Torinese.

A pochi chilometri di distanza, lungo la strada che conduce a Barbaso di Moncucco, sorge la cappella di San Lorenzo, già citata a inizi Trecento: riferibile all’epoca romanica è l’abside, scandita da campiture e semicolonne con archetti pensili, realizzata i mattoni e blocchi in pietra arenaria. All’interno, è conservato un affresco datato 1661, con la Vergine e Sant’Antonio abate, che avvalora la recente tesi che vuole il luogo abitato da eremiti devoti al santo proprio in quell’epoca.

Edificata in quello che un tempo era il piccolo insediamento di Ognanum, progressivamente abbandonato a favore di Barbaso stesso, agli inizi del Quattrocento rappresenta il confine tra Moncucco e Mombello.

La tradizione agricola, prevalentemente incentrata sulla coltivazione di cereali, a metà Ottocento testimonia la raccolta di camomilla (venduta a Torino, come attesta il Casalis), l’attività di ricerca di tartufi e la presenza di vitigni, che di recente sono stati nuovamente selezionati e innestati per una produzione D.O.C. “Collina Torinese”.

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

G. CASALIS, Dizionario geografico, storico, statistico degli Stati di Sua Maestà il Re di Sardegna, vol. X , Torino, 1842, pagg. 461-464.

SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO

http://archeocarta.org/mombello-di-torino-to-chiesa-di-san-lorenzo/ (novembre 2021)

https://www.turismoincollina.it/scopri/chiese-romaniche-tra-po-e-monferrato/san-lorenzo-mombello-di- torino/ (novembre 2021)

https://www.lacabalesta.it/testi/comuni/mombello.html (novembre 2021)